Le Linee Guida ANAC n. 1/2025, approvate con delibera n. 478 del 26 novembre 2025, chiariscono come funzionano i canali interni di segnalazione (whistleblowing) negli enti pubblici, inclusi Comuni, Province, Città metropolitane e Unioni di Comuni .
L’obiettivo è tutelare i dipendenti che segnalano illeciti o irregolarità conosciuti sul lavoro e rafforzare la legalità all’interno delle amministrazioni locali.
Cos’è il whistleblowing
Il whistleblowing è la segnalazione di violazioni di legge, irregolarità o cattiva amministrazione di cui il dipendente venga a conoscenza nello svolgimento delle proprie funzioni.
La normativa tutela chi segnala in buona fede, proteggendolo da ritorsioni, discriminazioni o penalizzazioni.
Il canale interno di segnalazione
Ogni ente locale deve mettere a disposizione dei dipendenti un canale interno dedicato, distinto da:
- segnalazioni ordinarie,
- esposti,
- reclami.
Il canale interno è lo strumento principale e preferenziale per segnalare, perché consente all’ente di intervenire tempestivamente .
Chi può segnalare
Possono utilizzare il canale interno:
- dipendenti a tempo indeterminato e determinato;
- lavoratori somministrati;
- collaboratori, consulenti;
- tirocinanti e volontari;
- persone che hanno avuto un rapporto di lavoro cessato, se le informazioni sono state acquisite durante il servizio.
Il dipendente può scegliere liberamente tra:
- Segnalazione scritta, preferibilmente tramite una piattaforma informatica dedicata;
- Segnalazione orale, tramite:
- telefono o messaggistica vocale;
- incontro diretto con il gestore, su richiesta.
L’ente deve garantire entrambe le modalità.
L’uso della normale e-mail di lavoro non è consigliato, perché non garantisce adeguatamente la riservatezza.
Riservatezza e tutela
Le Linee Guida rafforzano un principio chiave:
l’identità del segnalante è riservata.
La riservatezza riguarda:
- il nome del segnalante;
- la persona segnalata;
- il contenuto della segnalazione;
- la documentazione allegata.
Chi segnala è protetto da qualsiasi forma di ritorsione (demansionamento, trasferimento, valutazioni negative, isolamento, sanzioni disciplinari ingiustificate) .
Chi gestisce la segnalazione negli enti locali
Ogni ente locale deve individuare un gestore del canale, che:
- opera in autonomia e indipendenza;
- è specificamente formato;
- non può trovarsi in conflitto di interessi.
Negli enti locali, di regola il gestore è il RPCT (Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza), anche quando il canale è condiviso con altri enti .
Cosa succede dopo la segnalazione
Il gestore:
- conferma la ricezione entro 7 giorni;
- può chiedere chiarimenti al segnalante;
- svolge le verifiche necessarie;
- fornisce un riscontro entro 3 mesi.
La segnalazione può portare, ad esempio, a:
- archiviazione motivata;
- correzione di procedure interne;
- avvio di procedimenti disciplinari;
- segnalazione agli organi competenti o all’Autorità giudiziaria.
Quando si può segnalare ad ANAC
Il dipendente può rivolgersi direttamente ad ANAC (canale esterno) solo in casi specifici, ad esempio:
- se il canale interno non esiste o non funziona;
- se vi è rischio di ritorsione;
- se il gestore è in conflitto di interessi;
- se la segnalazione interna non ha avuto seguito .
Attenzione alle segnalazioni infondate
La tutela si applica a chi segnala in buona fede.
Sono escluse le segnalazioni:
- manifestamente infondate;
- effettuate con dolo o colpa grave.
In tali casi possono essere avviate responsabilità disciplinari.
In sintesi per i dipendenti degli enti locali
- ✔ Hai il diritto di segnalare illeciti in modo sicuro
- ✔ La tua identità è protetta
- ✔ L’ente ha l’obbligo di ascoltarti e rispondere
- ❌ Nessuna ritorsione è ammessa
- ⚠ Usa sempre i canali ufficiali di whistleblowing
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