L’intelligenza artificiale che collabora: il paradigma della Human-in-the-loop AI

L’intelligenza artificiale che collabora: il paradigma della Human-in-the-loop AI

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Dalla sostituzione alla collaborazione: come l’intelligenza artificiale sta riscrivendo il rapporto tra uomo e macchina

Un nuovo modello di sinergia tra persone e algoritmi mostra come l’Ai non debba essere vista come un rivale del lavoro umano, ma come un’estensione capace di amplificarne le potenzialità, soprattutto nei contesti complessi della Pubblica Amministrazione e della società digitale.

Contrariamente alla narrazione comune che descrive l’intelligenza artificiale come un freddo sostituto dell’uomo, si sta affermando un paradigma radicalmente diverso: la human-in-the-loop AI.

In questo modello, l’intervento umano non è un limite, ma una risorsa essenziale. L’Ai viene progettata per collaborare con le persone, imparando dai loro giudizi, dalle loro scelte e dalla loro esperienza. È una forma di intelligenza “a circuito aperto”, dove la macchina potenzia l’uomo e l’uomo guida la macchina.

Dalla teoria alla pratica

Questa collaborazione è già parte del nostro quotidiano. I chatbot evoluti, ad esempio, sono in grado di comprendere quando un’interazione con l’utente non sta funzionando e passare automaticamente la conversazione a un operatore umano.

Lo stesso principio guida il Reinforcement Learning from Human Feedback (RLHF), il processo con cui gli esseri umani contribuiscono direttamente a migliorare le risposte dei modelli linguistici. Ogni valutazione fornita da un utente diventa un piccolo tassello che aiuta il sistema a perfezionarsi e a comprendere meglio le sfumature del linguaggio umano.

Un esempio concreto: l’AI negli appalti pubblici

Un caso emblematico di applicazione del modello human-in-the-loop è quello degli appalti pubblici.

In questo ambito, la tecnologia non sostituisce i funzionari, ma agisce come strumento di supporto decisionale. Il sistema è in grado di analizzare in tempi rapidissimi grandi quantità di documenti e norme, segnalando possibili incongruenze o clausole a rischio di contenzioso.

Tuttavia, il risultato prodotto dall’algoritmo non è un verdetto, bensì una segnalazione qualificata. È sempre il funzionario umano a valutare il caso, a interpretare il contesto e a prendere la decisione finale, assumendosene la responsabilità.

Sinergia, non sostituzione

Questa forma di collaborazione rappresenta una delle innovazioni più significative della trasformazione digitale.

L’Ai garantisce velocità, precisione e capacità di analisi su larga scala; l’uomo apporta senso critico, responsabilità ed etica.

Il risultato è una sinergia virtuosa che non solo migliora l’efficienza dei processi, ma rafforza la trasparenza e la qualità delle decisioni pubbliche.

In questo equilibrio risiede la chiave del futuro dell’intelligenza artificiale: un’Ai che non sostituisce, ma affianca l’essere umano, liberandolo da compiti ripetitivi per concentrarsi su ciò che richiede creatività, empatia e giudizio.

Una collaborazione che segna il passaggio dall’automazione alla intelligenza aumentata, dove la tecnologia non riduce l’uomo, ma lo amplifica.

 

da Sole24NT

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GIANNI SANNA

Consulente Dasein. Formatore. Esperto in Programmazione, Anticorruzione , Trasparenza e Privacy. Responsabile Protezione Dati (RPD/DPO).

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