Polizia locale, il rischio privacy ferma l’accesso civico agli ordini di servizio.

Il Garante della Privacy con il Parere del 15 ottobre pubblicato in questi giorni si è espresso sull’accesso civico riferito agli «Ordini di servizio» e al «Registro delle variazioni» di questi ordini per quel che riguarda il personale della Polizia Locale.
A rivolgersi al Garante è stato il Responsabile prevenzione corruzione e trasparenza (Rpct) di un Comune in quanto destinatario di una richiesta di riesame da parte di un cittadino su un provvedimento di accoglimento parziale alla sua istanza di accesso civico.
Nella richiesta di parere al Garante, il Responsabile prevenzione corruzione e trasparenza ha precisato che i documenti oggetto di accesso indicati come ordini di servizio contengono l’elenco delle attività che ogni incaricato è chiamato a svolgere nel giorno indicato, mentre per disposizioni di servizio si intendono quelle formali di carattere generale astratto indirizzate indistintamente a tutto il personale interessato. Solo per queste ultime è stato accordato l’accesso. richiesta precisa poi che le assegnazioni delle attività d’ufficio avvengono tramite di ordini di servizio di tipo preventivo che riportano il turno di servizio previsto, le attività da svolgere nel giorno seguente ed eventuali assenze; a questi seguono ordini di servizio a consuntivo che riportano invece le prestazioni effettive.
Il sistema informatico che gestisce questi dati non permette un’estrapolazione che garantisca l’anonimizzazione, né tantomeno l’oscuramento impedisce di risalire al singolo dipendente cui si riferisce l’ordine di servizio.