La Provincia di Bolzano voleva installare tante telecamere speciali nei passi dolomitici per leggere le targhe delle auto e capire da dove arrivano e dove vanno i turisti e i residenti. L’obiettivo era migliorare il traffico, proteggere l’ambiente e gestire meglio i flussi turistici.
Le targhe venivano raccolte, trasformate con un algoritmo e conservate per fare statistiche sui movimenti dei veicoli, per poi tenerle fino a due anni.
La Provincia sosteneva che:
- serviva per compiti pubblici (mobilità e ambiente)
- le targhe erano “anonimizzate” e quindi non riconducibili alle persone
- non volevano usarle per multe o controlli, solo per studiare il traffico
Ma il Garante privacy ha detto che:
- una targa è comunque un dato personale perché, anche se trasformato, può portare a una persona
- non c’era una base legale chiara per raccogliere e conservare questi dati
- le persone non erano informate a dovere
- i dati venivano conservati troppo a lungo
- il rischio privacy non era stato analizzato bene
- Bolzano e Trento avrebbero dovuto coordinarsi formalmente (contitolari) perché il progetto era condiviso
In poche parole: l’idea poteva avere senso per gestire il traffico, ma è stata progettata e avviata senza rispettare le regole sulla privacy, quindi il trattamento dei dati è stato dichiarato illecito.
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