Viola la privacy il Comune che non rimuove dall’albo pretorio online i dati del dipendente.

Il Comune deve rimuovere dall’albo pretorio online, dopo 15 giorni dalla pubblicazione delle sue deliberazioni, le informazioni contenute che non attengono all’organizzazione degli uffici o al funzionamento dell’ente ma che riguardano dati sensibili di un soggetto. Ad affermarlo è la Cassazione con l’ordinanza n. 18292/2020.
La vicenda prende le mosse dall’ordinanza ingiunzione con la quale il Garante per la protezione dei dati personali irrogava la sanzione di 4mila euro nei confronti di un piccolo Comune siciliano, a causa di un trattamento di dati personali effettuato in violazione delle norme di legge. In particolare, il Comune era colpevole di aver mantenuto visibile sul proprio albo pretorio online, per oltre un anno, alcune determinazioni dirigenziali dalle quali risultavano: nome e cognome di una dipendente dell’ente, l’esistenza di un contenzioso tra la stessa e l’amministrazione (che giustificava le determinazioni), il suo stato di famiglia e la richiesta, poi negata, di rateizzazione di quanto da questa dovuto al Comune. Secondo il Garante della privacy queste informazioni non riguardavano l’organizzazione degli uffici e non potevano rimanere visibili oltre i 15 giorni previsti dall’articolo 124 del Codice della privacy, valevoli per tutte le deliberazioni comunali.